Oggi 23 aprile è la festa di san Giorgio martire, patrono degli Scouts di tutto il mondo.
La sua testimonianza cristiana è ricordata fin dall’antichità, ma durante il medioevo questa figura assume caratteri leggendari associati al mondo cavalleresco.
E’ secondo questa tradizione che B.-P. lo propone come modello e patrono degli Scouts del mondo: “è proprio così (come San Giorgio) che uno Scout dovrebbe fronteggiate le difficoltà e i pericoli … deve andare loro incontro arditamente e fiduciosamente, e usare tutte le sue migliori facoltà per cercare di superarli. La festa di san Giorgio è il 23 aprile. In questo giorno tutti i veri Scouts si fanno dover speciale di meditare la Promessa e la Legge Scout” (Baden-Powell, Scautismo per ragazzi, p. 286).
Combattere il drago? Come?
Il drago è un essere leggendario malvagio, rappresenta ogni minaccia al bene dell’uomo e va fronteggiato se si vuole conquistare la libertà.
Secondo la leggenda raccontata anche da B.-P., gli abitanti della città di Selem avevano tentato di negoziare con il drago, accettando di cedergli i loro figli per placare la sua violenza distruttrice, nell’illusione di riuscire a gestirlo; san Giorgio invece andrà a combattere contro il drago perché è consapevole che con il male non si può negoziare se si vuole essere veramente liberi.
Ma dov’è questo drago che noi dobbiamo combattere?
Non è difficile rischiare di indentificare il nemico con qualche espressione del male che troviamo fuori di noi, addirittura con qualche persona specifica; la lotta di san Giorgio sembrerebbe giustificare anche il ricorso alla violenza quando il male viene associato strettamente ad una persona, a un popolo o a una situazione. Ma questa interpretazione, percorsa più volte nella storia, rappresenta una trappola da riconoscere ed evitare con fermezza e sapienza.
Come ci insegna Gesù (Cfr. Mc 7,15.21-23), il male dimora nel cuore dell’uomo ed è lì che deve essere combattuto perché è lì che nasce il male e ogni intenzione che genera le conseguenze del male. Dobbiamo anche riconoscere che questa lotta dovrà essere quotidiana e permanente perché, a differenza di quanto racconta la leggenda di san Giorgio, a noi non è dato di “uccidere il drago“, ma solamente di combatterlo e cercare di renderlo inoffensivo: solo alla fine dei tempi sarà sconfitto in modo definitivo (ce lo ricorda bene il libro dell’Apocalisse – capitoli 12 e 13 – che, al di là del linguaggio colorito, non è affatto una leggenda, ma una profezia).
Non è un caso che B.-P., dopo aver invitato gli Scouts ad essere fiduciosi e arditi nell’affrontare le difficoltà seguendo lo spirito di san Giorgio, li inviti nel giorno della festa del patrono a meditare la Promessa e la Legge Scout, le vere armi che (insieme al vangelo di Gesù) abbiamo a disposizione per combattere il drago che dimora nel nostro cuore, rinnovando il nostro impegno a far del nostro meglio perché il bene che c’è dentro di noi e nel mondo intorno a noi possa crescere.
San Giorgio 2024
In questo san Giorgio 2024 il drago che dobbiamo combattere ha molti nomi e provoca molti danni nel mondo in cui viviamo: individualismo, egoismo, rassegnazione alla logica dello scarto, della violenza e della guerra, l’indifferenza.
Le armi (Cfr. Ef 6,11-17) che abbiamo a disposizione sono le stesse che aveva san Giorgio: la nostra fiducia in Cristo che ci chiama a seguirlo sulla via del Vangelo, la speranza nella vittoria di Dio sul male e sulla morte e – soprattutto – la carità, che ci consente di fare della nostra vita un dono per gli altri senza paura di esserne privati, perché abbiamo la consapevolezza che Dio ci ama e ha cura di noi (Cfr. 1Pt 5,6-7).
La Promessa e la Legge sono gli strumenti concreti messi in mano ad ogni Scout e a ogni Guida per combattere il drago e rendere il mondo migliore perché abitato dal bene che già regna dentro di noi (Cfr. Gal 5,22) grazie alle nostre scelte e al nostro impegno quotidiano.