Nelle feste di Natale, un piccolo ma importante rito si impone alla fine di ogni anno; un momento di pausa necessario per non disperdere il bene ricevuto, sperimentato e condiviso nel tempo trascorso; una pausa utile per fare memoria con gratitudine; per comprendere meglio la direzione verso cui muovere i prossimi passi, tenendo salda la motivazione che ci consente di continuare a camminare.
Come credenti rivolgiamo questo ringraziamento a Dio perché riconosciamo che è lui che guida il nostro cammino, che con la sua provvidenza ci sostiene e con il suo amore continua in noi quella mirabile opera di creazione e di redenzione fino al suo compimento.
Per questo, anche alla fine di questo 2022, confesso che è cosa buona e giusta rendere grazie a Dio:
– per il dono della vita, che giorno dopo giorno il Signore continua a concedermi; perché non mi fa mancare il necessario e il superfluo; perché mi ha donato una sufficiente salute;
– per la mia famiglia di origine che mi dimostra sempre affetto e cura; per i miei fratelli e le mie sorelle e per il legame forte che ci unisce; per i più giovani che crescono e compiono scelte importanti nel costruire il loro futuro;
– per la Chiesa, comunità ricca di umanità e di fede; per papa Francesco e per la sua guida forte e paterna; per la Chiesa di Rimini in questo tempo di transizione sinodale; per il vescovo Francesco, per la sua testimonianza di cristiano e di pastore; per il vescovo Nicolò che ha accolto la chiamata a presiedere la nostra diocesi; per tutti i presbiteri, i diaconi, i consacrati e i laici che si impegnano nella testimonianza del Vangelo;
– per la comunità del Seminario regionale, per i preti con cui condivido questa avventura formativa, per i seminaristi che ogni giorno confermano con impegno il loro “sì” a Dio nel vivere il cammino della formazione per il servizio delle nostre chiese;
– per i fratelli scout e le sorelle guide dell’AGESCI, per il cammino che stiamo facendo ascoltando le ragazze e i ragazzi che camminano con noi, cercando di comprendere le sfide e le opportunità che questo tempo ci pone innanzi; per i passaggi importanti che l’Associazione sta vivendo in questi anni; per tutti i capi e le capo incontrati nei campi di formazione, testimoni viventi di un impegno educativo che non viene meno;
– per tutta la gente delle parrocchie di Morciano, Montefiore, Gemmano, San Clemente e Sant’Andrea che mi hanno accolto con benevolenza e accompagnato per due anni; in particolare per Sanzio, Francesco e Jean Paul con i quali ho condiviso una fraternità semplice; per la loro accoglienza cordiale e per la loro amicizia;
– per la zona pastorale di Misano Adriatico che mi ha accolto in questi ultimi mesi, per Giuseppe e Roberto, per il lavoro che abbiamo iniziato a condividere in questo territorio;
– per gli incontri vissuti tra formatori dei seminari sia a livello regionale che nazionale, per il lavoro condiviso in questa estate a Siena e nei mesi successivi per l’elaborazione della nuova Ratio italiana; per la passione condivisa, per il sostegno reciproco, per la testimonianza evangelica ricevuta.
Vorrei ringraziare il Signore, in questo anno, per tutti gli operatori di pace che, in modo diverso, si sono opposti alla logica della violenza e della guerra; per chi si è reso presente nei territori del conflitto come testimone di pace e di riconciliazione; per i giornalisti e le giornaliste che ci hanno fatto ascoltare la voce di chi non ha voce e ci hanno reso consapevoli di quanto accade al di là della retorica bellicista; per chi si è dato da fare nell’accoglienza delle tante persone che hanno richiesto aiuto; per chi ha elaborato e proposto soluzioni diverse alla logica diabolica del conflitto.
Vorrei ringraziare ancora il Signore per tutte le donne e gli uomini che quotidianamente, spesso nel nascondimento, compiono il loro dovere e favoriscono il bene comune; per gli uomini e le donne che, quotidianamente, nella loro professione e nel loro lavoro vanno oltre il loro dovere e mettono in gioco il loro tempo, la loro creatività, le loro energie e risorse per superare ostacoli, per favorire i più deboli, per rendere il mondo un luogo migliore per tutti.
In questo anno caratterizzato pesantemente dalla guerra in Ucraina e dalle conseguenze della pandemia che continua a preoccupare tante persone e famiglie, sento ancora più importante fissare lo sguardo sul tanto bene ricevuto e condiviso nello scorrere dei giorni che hanno caratterizzato questo tempo.
Grazie Signore perché tu crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mondo ogni bene.
Fra i tanti motivi di ringraziamento si aggiunge anche il dono che Dio ci ha fatto di un grande santo teologo come papa Benedetto 16°. Io ho avuto la grazia di pregare per lui appena pochi minuti dopo che era spirato poichè stavo celebrando la Messa alla comunità Cenacolo . Saputa la notizia , visto che papa Benedetto era appena giunto davanti a Gesù, gli abbiamo chiesto di domandare la nostra perseveranza nella fede. E’ il regalo più bello che ci aspettiamo di ricevere.