Lo scandalo del nazionalismo

Eccolo che deflagra, insinuoso e letale, ammorba la comunità cristiana dove tutti dovrebbero chiamarsi fratelli e sorelle e traccia delle linee di confine, pone un discrimine ideologicamente insormontabile: è il nazionalismo, una bestia dalle molte teste che non riesce ad essere sconfitta.
Era accaduto a Gerusalemme, nella primissima comunità cristiana, quando i greci sono insorti contro gli ebrei denunciando una discriminazione nei confronti delle “loro vedove” (Cfr. At 6), ma il senso della fraternità prevalse e, insieme, hanno trovato una “super soluzione” che ha rappresentato non un compromesso, ma un vantaggio per tutti.
E’ accaduto in Bosnia-Erzegovina, durante la guerra dei Balcani, quando anche i preti e i frati cattolici affermavano: “prima sono croato, poi sono prete” e prendevano le armi per andare a combattere contro “i nemici”, quelli che fino a qualche mese prima erano i loro vicini di casa.
E’ accaduto in Ruanda, una delle nazioni più cattoliche dell’Africa, dove il tribalismo ha prevalso sulla fraternità, scatenando un genocidio tra i più cruenti che la storia recente ricordi, realizzato a colpi di machete.

Ora accade anche con la guerra in Ucraina!
E’ accaduto alla Chiesa sorella ortodossa, dove quattrocento preti hanno denunciato il Patriarca Kirill come eretico, perché l’ideologia legata al “Mondo Russo” sembra prevalere sul suo impegno di annuncio del Vangelo e di difesa della comunione ecclesiale giustificando l’aggressione dell’esercito russo all’Ucraina.
E’ accaduto ieri alla Chiesa cattolica, con una dura presa di distanza della Chiesa Ucraina, sia quella di rito romano che quella di rito bizantino, per la scelta di far portare la croce nella Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo ad una coppia di donne, una ucraina e l’altra russa, amiche e colleghe, per testimoniare il desiderio di pace e di riconciliazione (messaggio centrale della Pasqua).
Questa mattina i giornali affermano che in Ucraina non è stata trasmessa la Via Crucis come segno di protesta, con il sostegno dei vescovi.

Ancora una volta il nazionalismo sembra prevalere sulla comunione e sulla fraternità tra cristiani. Accade ai fratelli ortodossi della Chiesa russa e accade anche a noi cattolici, perché il nemico di Dio, il divisore (il diavolo), non fa caso alla confessione cristiana, ma ci colpisce e ci ammorba allo stesso modo, mostrandoci la nostra debolezza scandalosa.

Ma se qualcuno tra noi pensasse che si tratta di un problema della Chiesa dell’Est Europa, provi a riascoltare la testimonianza proposta ieri nell’ultima stazione della Via Crucis del Colosseo, dove una famiglia di cattolici provenienti dall’Africa ha condiviso (e denunciato) la fatica a farsi riconoscere come tali, essendo considerati solamente come immigrati, categoria generica che definisce “i non italiani”: anche questo è nazionalismo ed è autenticamente nostrano.

Preghiamo perché la Pasqua ci aiuti a riconoscere e sconfiggere questo nemico infido che striscia tra di noi e ci contagia con il virus della divisione. Questo, direbbe Gesù, è un genere di demonio che si sconfigge con il digiuno, la preghiera e l’impegno per la fraternità. Se qualcuno si sentisse a posto, sbaglia grandemente!

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

Una opinione su "Lo scandalo del nazionalismo"

  1. Bravissimo. Il nazionalismo cova sempre sotto la cenere. Cerchiamo di combatterlo prima che dilaghi. Buona Pasqua. Don Romano

I commenti sono chiusi.

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