
Ci sono dei tappi che ci stanno mettendo in crisi, che rischiano – non troppo banalmente – di mandare in crisi il nostro sistema di vita; essi oltre che un valore economico e sociale, hanno anche un valore simbolico.
Il primo tappo è la crisi nella fornitura dei vaccini che alimenta la frustrazione dei governi e dei cittadini della UE, che vedono traditi i patti contrattuali da parte di alcune aziende farmaceutiche (soprattutto una in realtà).
Nello svolgimento veloce ed efficace della campagna vaccinale è riposta la speranza di una veloce ripresa dei sistemi sociali ed economici dei vari paesi, ed è naturale che la frustrazione e la rabbia per gli ostacoli posti arbitrariamente e unilateralmente dall’azienda in cui si erano poste le maggiori speranze (anche per motivi economici) siano molto alte. Non aiuta il fatto che altri paesi (Israele, USA, Gran Bretagna, … il Cile addirittura, senza parlare di Russia o Cina), non legati da vincoli simili a quelli dell’UE, che ha ben deciso di condurre una contrattazione unitaria, abbiano potuto agire indiscriminatamente, raccogliendo vaccini un po’ dovunque e raggiungendo risultati molto migliori sulle percentuali di popolazione vaccinata, sembrino pronti a “ripartire”.
E’ assolutamente giusto che i responsabili della UE e i nostri governanti cerchino di far rispettare i contratti e che, come ha affermato il nostro Presidente del Consiglio, non ci facciamo ingannare da chi, ormai abbastanza chiaramente, sfrutta la sua posizione di dominio per imporre altre condizioni e vendere al miglior offerente; ma, mentre la UE cerca di farsi rispettare, mi chiedo cosa pensino molti altri paesi del mondo, che non possiedono la forza economica per negoziare con la case farmaceutiche e saranno costretti ad attendere l’elemosina dei paesi ricchi per poter iniziare a programmare una campagna vaccinale per le popolazioni più povere.
In un mondo in cui “tutto è connesso” – come ricorda papa Francesco nella Laudato sì – un problema globale come la pandemia da Sars-CoV-2 non può essere affrontata secondo uno schema che mette tutti contro tutti perché vige la regola del “si salvi chi può”! Per far saltare il tappo non sarà sufficiente che la UE ottenga ciò che le spetta; anzi, proprio questa circostanza potrebbe far sperimentare a noi ricchi europei, quale sia la situazione ordinaria di coloro che non hanno voce e, invece di litigare anche tra noi – come è successo al summit di ieri in cui i nostri amici austriaci hanno fatto i capricci -, potremmo mettere in campo le nostre energie per risolvere la causa principale di questa discriminazione che ci fa arrabbiare, e chiedere a gran voce che il sistema dei vaccini venga liberalizzato per tutti.
Il secondo tappo è rappresentato da due eventi che non sono connessi tra loro, ma che possono essere letti insieme: lo sciopero dei dipendenti “Amazon” di lunedì 22 marzo 2021 e il blocco del canale di Suez a causa dell’incagliamento di una mega nave da trasporto container.
Poiché non sono senza peccato, confesso di utilizzare spesso la piattaforma di e-commerce di “Amazon”, ma, come quegli anziani del Vangelo, non voglio limitarmi a lasciar cadere la pietra e a tornare in silenzio a casa mia (Cfr. Gv 8,1-11).
I due eventi ci parlano della organizzazione del commercio su scala globale, un organizzazione che ha costi umani e ambientali enormi e poco considerati dai fruitori finali come me, che badano prevalentemente al risparmio e alla velocità della consegna.
Questo tappo che si è creato, che porterà danni per miliardi di dollari alle economie dei vari paesi del mondo, che solamente in un giorno ha causato l’aumento del 5% del prezzo del petrolio e del gas naturale liquefatto – normalmente trasportati su questa mega navi -, ci rivela ancora una volta che il sistema su cui si basa la nostra vita è insostenibile: basta un “piccolo” intoppo perché tutto vada in tilt.
Per far saltare questo tappo è necessario cambiare il nostro sistema di vita e di acquisto, perché quegli apparenti vantaggi di cui gode il consumatore finale, come è stato detto più volte e in diversi modi, sono pagati da uomini e donne, che lavorano in condizioni disumane, e dall’ambiente, che sopporta consumi energetici enormi (quanta energia è necessaria per muovere una nave di 22 mila tonnellate dalla Cina fino all’Olanda?).
Tutti gli imprevisti della nostra vita, quelli che immediatamente ci fanno arrabbiare perché interferiscono con i nostri piani e programmi autoreferenziali, rappresentano anche un richiamo e una possibilità di conversione.
Se il sistema va in tilt possiamo trovare un colpevole e fargliela pagare, oppure possiamo riconoscere che il sistema non funziona e provare a cambiarlo per renderlo più umano e rispettoso del bene di tutti.