Sono stato tentato anche io dal pensiero di saltare il Te Deum in questo anno definito da tanti annus horribilis; ma sono stato trattenuto da una frase che, nella sua semplicità, rimane punto di riferimento: e cosa buona e giusta rendere grazie sempre e in ogni luogo a Dio.
Sento che, in questa fine di anno, questo Te Deum sarà meno “di maniera”, meno di forma e più di sostanza, perché anche noi, abituati a vivere in un contesto garantito e programmabile, abbiamo fatto l’esperienza della precarietà e della povertà, esperienza ordinaria per i 4/5 dell’umanità con cui condividiamo questo pianeta malato.
Con uno spirito da poveri, da uomini e donne che hanno compreso un po’ meglio la vera condizione della loro esistenza, possiamo insieme con tutti gli “anawim” -i poveri di Dio-, innalzare il nostro rendimento di grazie alla fine di questo anno.
Vorrei ringraziare Dio per la vita che abbiamo riscoperto come un dono prezioso. Per la mia vita, per la vita di coloro che amo, per la vita di tante e tanti che hanno incrociato il mio cammino, per la vita di tanti che non conosciamo, ma che abbiamo sentito come persone la cui vita vale impegno, professionalità, denaro, energie a vari livelli. Forse mai, come in questo anno, abbiamo avvertito in modo corale che la nostra vita è importante, non l’abbiamo data per scontata. Grazie per ogni vita umana, anche per quella dei tantissimi che ci hanno lasciato, dei quali sentiamo la nostalgia e curiamo responsabilmente la memoria. Per ogni vita che è un tuo dono, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per tutti coloro che, generosamente, hanno fatto il loro dovere ed hanno vissuto la loro professione come un servizio per gli altri. In questo anno abbiamo potuto scoprire il valore del lavoro di molti per tutti; abbiamo scoperto che ognuno è necessario per il cammino di tutti e che è essenziale che ognuno svolga responsabilmente il proprio lavoro come un servizio alla comunità. Più volte sono stati stilati elenchi ed oggi non li riscriverò perché vorrei davvero ringraziare il Signore per tutti, nessuno escluso; Lui conosce i cuori, conosce anche coloro che hanno lavorato in modo più nascosto ed è capace di comprendere tutti nel mio ringraziamento. Per tutti coloro che hanno compiuto generosamente il loro dovere, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare il Signore per le tante volontarie e i tanti volontari che si sono spesi, e che si spendono ancora oggi, per andare incontro ai più fragili e per aiutarci a non lasciare indietro nessuno. In particolare vorrei ringraziare per i giovani che, nel momento più difficile, sono usciti allo scoperto; per la loro intraprendenza, la loro capacità di aprire strade inedite, la loro fantasia. Per tutte queste testimonianza di servizio gratuito, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per la Chiesa e in particolare per papa Francesco che, fedele al mandato del Signore di confermare i fratelli, è stato ed è punto di riferimento per tanti nel tempo della tempesta. Per la Chiesa e per papa Francesco, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare il Signore per le tante intellettuali e per i pensatori che, durante questo anno, ci hanno aiutato a comprendere il senso di quello che vivevamo e ci hanno provocato a cogliere l’opportunità di cambiamento che questa situazione drammatica ci poneva innanzi. Grazie per coloro che non ci hanno abbandonato al cinismo del conteggio dei morti o al panico dei deficit di bilancio, ma ci hanno invitato ad alzare lo sguardo per traguardare l’orizzonte e scegliere la direzione verso cui camminare; ci hanno invitato a guardarci indietro, per riconoscere sia il bene che gli errori del nostro recente passato, e a fianco, per ricordare che questo cammino non dobbiamo farlo da soli. Per tutti gli uomini e le donne di pensiero, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per il tempo della mia quarantena, vissuta in isolamento, tempo di deserto e di vicinanza del Signore. Come ho già scritto, vorrei ringraziare il Signore perché mi è stato vicino; vorrei ringraziare il Signore per tutti i fratelli e le sorelle che in vario modo mi hanno accompagnato e non mi hanno lasciato solo; è stato decisamente un tempo di grazia. Per il tempo della quarantena e per i frutti che ha maturato, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per il tempo del discernimento personale, accompagnato dal vescovo Francesco, di fronte alla chiamata a diventare rettore del Seminario regionale. E’ stato un passaggio prezioso in cui mi è stato concesso di rileggere la mia vita, di pormi di fronte alle richieste della Chiesa, di scrutare il mio cuore e di rinnovare la mia fiducia in Dio che accompagna il mio cammino. Per questo prezioso tempo di discernimento, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per la parrocchia di Santarcangelo che quest’anno sono stato chiamato a salutare per partire verso il Seminario regionale. Vorrei dire grazie per tutte le persone che ho incontrato che mi hanno dato testimonianza di fede, di passione, di creatività e di impegno. Questi quattro anni sono stati un dono straordinario del Signore per i quali, con cuore pieno di gratitudine, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare Dio per la nuova chiamata al servizio in AGESCI come assistente ecclesiastico regionale. E’ stato un “sì” molto sudato ed un servizio iniziato e vissuto nell’emergenza, ma che mi ha dato la possibilità e la gioia di incontrare – anche al livello regionale di questa associazione che stimo – uomini e donne generosamente donati al servizio educativo. Non tutto è stato ed è semplice, ma ciò che prevale è sempre il desiderio di lasciare il mondo un po’ migliore, spendendosi nell’educazione delle giovani generazioni. Per le sorelle e i fratelli dell’AGESCI, noi ti lodiamo Dio.
Vorrei ringraziare il Signore per la comunità del Seminario regionale che mi ha accolto negli ultimi mesi di questo anno, una comunità piccola, ma vasta e articolata. Vorrei ringraziare per don Adriano e don Giampiero che con me condividono il servizio di formatori, per i formatori delle diocesi, per i vescovi. Vorrei ringraziare tutti coloro che a Bologna mi hanno accolto in modo cordiale e fraterno. In particolare vorrei ringraziarti, Signore, per i seminaristi, per la loro testimonianza di fede in te, perché si sono messi in cammino per seguirti più da vicino, per la loro voglia di spendersi per te, per la Chiesa e per il mondo. Ti ringrazio per la fiducia con cui hanno accolto la proposta che abbiamo loro rivolto, perché hanno accolto la sfida della corresponsabilità, perché si sono messi in gioco in modo creativo anche nel tempo della quarantena. Per la comunità del Seminario regionale, per la bella realtà che è e per la bella realtà che tu vuoi che diventi, noi ti lodiamo Dio.
Potrei andare ancora avanti ricordando l’accoglienza ricevuta questa estate dalla comunità di san Giuliano e ora da quella di Morciano, l’esperienza del cammino di san Benedetto, i tanti incontri vissuti in presenza e on line, le condivisioni fraterne sulla Parola di Dio, sulla vita ecclesiale, sulla condizione sociale e politica. Il Signore che scruta i segreti del cuore e al quale nulla rimane nascosto, conosce anche i molti grazie che posso dire solo nel segreto per i tanti segni della sua presenza e della sua misericordia.
Anche in questo anno 2020, così difficile per tanti,
noi ti lodiamo Dio, ti proclamiamo Signore,
i cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.