Un millesimo

Ieri sera condividevo con i seminaristi un pensiero che mi ha fatto un po’ sorridere durante l’ultimo weekend; un pensiero che riguarda le dimensioni.
La comunità che mi è affidata in questo momento ha le dimensioni pari ad un millesimo rispetto a quella che presiedevo fino a sei mesi fa’.
Riconosco sia un pensiero apparentemente inutile, ma che è stato lo spunto per una riflessione su quanto ora mi è richiesto.
Per convenzione, si pensa che la comunità di Santarcangelo conti circa quindicimila persone (comprendendo anche molti che, pur risiedendo in altre zone, di fatto, gravitano su Santarcangelo per motivi diversi), mentre ora vivo stabilmente con quindici seminaristi (un’altra decina ruota intorno al seminario, ma non in modo stabile) e condivido questo servizio con altri due preti.
La sproporzione è talmente evidente che deve dire qualcosa di diverso dai rapporti numerici, qualcosa che va colto su un altro ordine di valutazioni. 

In questo servizio educativo ci è chiesto quello che in parrocchia, purtroppo, non riuscivamo sempre a garantire: l’attenzione alle piccole cose, per accompagnare il cammino di fede delle persone. In seminario ci viene chiesto di prendere in carico gli aspetti più particolari, i passaggi quotidiani che la persona vive, per accompagnarla a leggerli alla luce della fede e del Vangelo. In realtà sarebbe un diritto di tutti i battezzati avere un accompagnamento così particolare. Ai seminaristi, chiamati ad essere uomini completamente dedicati al servizio della comunità, la Chiesa lo garantisce.

Molti dei miei amici preti, conoscendomi come un iperattivo, sono preoccupati nel pensare che, date le dimensioni attuali della comunità del seminario, io mi senta disoccupato e nell’impossibilità di gestire il tempo in modo proficuo. In realtà anche io pensavo di poter godere di un tempo ampio per scrivere, studiare, fare cose… Ma non è così! Il mio tempo corre veloce tra incontri personali e impegni vari che questa piccola comunità richiede. Non mi sento affatto disoccupato!

Oggi poi, il vangelo del granello di senapa e del lievito ci chiede di valorizzare ciò che è piccolo, perché diventi capace di cambiare la realtà delle cose. Questa luce evangelica oggi guida il mio pensiero e la mia azione: io mi sento il granello di senapa gettato in un giardino, chiamato a diventare realtà accogliente che consenta ad altri di trovare spazio per nidificare e crescere. E questa comunità, pur piccola, spero davvero che divenga lievito capace di far diventare buona la pasta delle nostre chiese locali.
Se quanto è piccolo mantiene la forza per trasformare la realtà, deve essere riconosciuto e valorizzato. Il resto lo fa il Signore!

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

2 pensieri riguardo “Un millesimo

  1. Caro Don Andrea, mi ha fatto riflettere a livello personale il rapporto ‘tempo ed eventi’, quello che il Signore ci provoca e ci interroga e ci chiede. Un abbraccio

I commenti sono chiusi.

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