25 aprile 2020 – Liberati per…

Ricordare per crescere

25aprile

La festa della liberazione di quest’anno è condizionata dalle restrizioni dovute al contenimento del contagio. Non ci sono manifestazioni e neppure discorsi delle autorità. Siamo chiamati a festeggiare nelle nostre case, nelle nostre famiglie.
Il fatto di non delegare i discorsi alle autorità pubbliche, ci costringe a pensare cosa significhi per ognuno di noi vivere questa festa nazionale e quale sia il messaggio che ognuno di noi, come cittadino, vorrebbe sottoscrivere in questo giorno di festa.
Io ho provato a pensarci.

Dovere di memoria
Questa festa civile, come anche molte feste religiose, corrisponde ad un imperativo: Ricorda!
Questa festa è prima di tutto un dovere di memoria nei confronti dell’impegno di tanti uomini e donne che si sono sacrificate per la libertà del nostro Paese, una libertà che era soffocata da un’ideologia disumana e violenta, che aveva ridotto il nostro Paese ad un cumulo di macerie. E’ doveroso ricordare tutti coloro che, fino al costo della vita, hanno lottato per ottenere alle generazioni future la libertà; facciamo festa perché siamo liberi e consapevoli che questa libertà è stata pagata a caro prezzo.

La purificazione della memoria 
Nel nostro dovere di ricordare, sentiamo ancora il bisogno di compiere una purificazione della nostra memoria collettiva.
A settantacinque anni di distanza, per amore di verità e di giustizia, dobbiamo riconoscere che anche il processo di liberazione è stato un’operazione violenta e, a volte, crudele; che non tutto quello che è effettivamente accaduto sotto il segno della lotta di liberazione, può essere giustificato in nome dei nobili fini generali. Ormai possiamo e dobbiamo ammettere senza timore che ci sono state vendette personali e regolamenti di conti, uccisioni ingiustificabili, perché ispirate ad un’ideologia altrettanto violenta e disumana, nonché crudeltà gratuite anche da parte di alcuni uomini e donne che affermavano di lottare per la liberazione del nostro popolo, ma che si sono comportati in modo criminale.

Le azioni di alcuni non cancellano il valore dell’impegno dei molti; ma proprio per il significato altissimo che quel processo di liberazione ha avuto ed ha nella storia del nostro Paese, occorre riconoscere e chiedere perdono per ciò che non può essere considerato giustificabile e ammissibile. Altrimenti questa festa non potrà mai essere la “festa di tutti gli Italiani“, ma continuerà ad essere la festa dei vincitori sui vinti.
A me sembra che questo processo di riconciliazione non sia ancora compiuto, e che continuare ad evitarlo non ci aiuti a procedere in modo rappacificato nella nostra storia.

Liberi per … 
La libertà non è mai un fine, ma è sempre una premessa (oltre che una promessa).
La conquista della libertà diviene la condizione per uno sviluppo umano e integrale della persona e di un Paese, condizione che consente di scegliere il bene senza opposizioni di alcun tipo.

A settantacinque anni di distanza ci possiamo e dobbiamo chiedere: che ne abbiamo fatto di questa libertà? come stiamo valorizzando questa libertà per scegliere il bene?
Seguendo i consigli di qualche persona saggia apparsa in TV, ho pensato di dedicare un po’ del mio tempo per rileggere la Costituzione, il testo che traccia la strada per consentirci di vivere in pienezza quella libertà che ci è stata donata.
Devo ammettere che rileggere la Costituzione è sempre molto edificante; dovrebbe essere caldamente consigliato ad ogni cittadino.

Oggi mi hanno colpito in particolare tre richiami:
– Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo;
– Art. 2: [La Repubblica] richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
– Art. 3:  E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno  sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Mi piacerebbe dilungarmi in un commento analitico di questi articoli, ma non lo faccio oggi. Mi sembrano tre punti che hanno molto a che fare con il tema della libertà e mi chiedo sinceramente, senza tono polemico, se davvero la Repubblica, a tutti i livelli, stia garantendo queste condizioni di libertà per tutti.
Onestamente, e anche un po’ mestamente, devo ammettere che a me non sembra che ancora tali principi, dettati dalla Costituzione, siano stati posti in essere nel nostro vissuto nazionale, o per lo meno non lo sono per tutti.

Dalla memoria all’impegno
Una festa come questa non può ridursi alla memoria; essa diventa una rinnovata occasione di impegno per tutti i cittadini e le cittadine. Sarebbe ipocrita celebrare la liberazione avvenuta settantacinque anni fa’, se oggi, ognuno di noi, non rinnovasse il proprio impegno perché le condizioni di libertà siano custodite e fatte crescere per tutti.
Festeggiare e riconoscere il frutto del sacrificio degli uomini e delle donne che si sono spese per la libertà di tutti, significa oggi scegliere di fare la nostra parte, sacrificando noi stessi, perché la libertà e la democrazia divengano, per tutti e realmente, la condizione per poter vivere scegliendo il bene e crescere integralmente, nel rispetto dei principi della nostra Costituzione.

Allora sarà davvero una grande festa!

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

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