Ho sempre pensato che i cercatori d’oro fossero quelli rappresentati nei film western; con una pala e un setaccio, i piedi immersi nell’acqua gelida di un fiume dell’Alaska o dello Yukon canadese.
Questo fino a quando, su un noto canale di documentari, ho visto una serie sui moderni cercatori d’oro. Essi operano con enormi macchine scavatrici, e movimentano tonnellate di terra e materiale roccioso, per setacciare con grandi attrezzature professionali, piccolissime scaglie di metallo prezioso. E’ incredibile la quantità di lavoro necessario per ricuperare quei minuscoli pezzettini d’oro che, riuniti insieme, formeranno “il salario” di mesi di lavoro.
Mi sembra che questa sproporzione abbia qualcosa da insegnare, soprattutto a noi adulti; qualcosa che possiamo far fruttare in questo tempo quaresimale.
Quando eravamo più giovani, animati da grandi ideali, pensavamo che a noi sarebbe stato concesso fare un colpaccio con la nostra vita: trovare una mega pepita che ci avrebbe riempito di gioia e realizzato pienamente. Da giovani è normale e bello pensare così. E’ quell’entusiasmo che conduce le persone a compiere scelte coraggiose.
Con la vita adulta, quello che prevale è invece il lavoro quotidiano, che non sempre mette a contatto con l’oro; un lavoro in cui emerge soprattutto la sproporzione tra il tanto materiale inerte e insignificante, che con fatica dobbiamo movimentare, e il pochissimo metallo prezioso che possiamo recuperare. Ci chiediamo: ma ne vale la pena? E spesso rischiamo di andare in crisi.
La vita adulta è un po’ così: la perseveranza di un lavoro assiduo e la capacità di saper raccogliere e valorizzare una serie di piccoli frammenti preziosi che, messi insieme, con la sapienza di una verifica a lungo termine, consentono di arricchirsi e di scoprire il senso del proprio lavoro.
In una parabola Gesù ci parla di un uomo che trova un tesoro in un campo; ma nel Vangelo ci parla anche di agricoltori che vivono la pazienza del lavoro assiduo e quotidiano, in attesa che il seme piantato nel terreno, germogli, fiorisca e porti il frutto sperato.
Donaci, Signore, lo spirito dei cercatori d’oro, che non si spaventano della mole del lavoro apparentemente inutile, perché vivono nella speranza di ricuperare quei piccoli frammenti preziosi che possono dare senso e valore al loro impegno quotidiano.