La fatica di decidere insieme

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Nella Chiesa si parla molto di processi sinodali, di partecipazione e di corresponsabilità, ma, nel nostro ritrovarci, rimane la fatica di arrivare a decisioni condivise.
Parliamo, ci confrontiamo liberamente, ma non riusciamo ad arrivare a concludere il processo con una scelta condivisa.
So bene che la Chiesa non è una democrazia e che in essa c’è qualcuno che svolge il servizio dell’autorità; ma perché, anche solo a livello orientativo, non riusciamo e non ci interessa giungere a deliberare o anche solo prendere posizione su un tema? Di tutto il nostro parlare cosa rimane? Chi lo raccoglie per edificare? Chi lo custodisce come qualcosa di utile?

Onestamente mi sento di dire che il problema non è di chi presiede che, nelle intenzioni, si apre con disponibilità al confronto; il problema sta piuttosto in noi, che rappresentiamo la base. Prendere decisioni condivise ci vincolerebbe, non potremmo più fare come individualmente riteniamo meglio; ci sentiremmo – almeno formalmente – tenuti a fare i conti con una scelta comune, su cui ci è stato chiesto di prendere posizione. Se questo non accade, liberi tutti!

Facciamo fatica ad esporci, a prendere decisioni. Forse pensiamo che questo stile ci garantisca individualmente.
Ma dove e quando emergerà il NOI della comunità ecclesiale (e del presbiterio)?
Quando ci sentiremo solidali, appassionati e impegnati in un lavoro comune e in uno stile condiviso?

Per vivere la sinodalità (syn-odos) infatti, che – come tutti ormai sanno – significa fare strada insieme, occorre prima vivere un esodo (ex-odos) da sé stessi, rinunciando alla propria autoreferenzialità, e condividere un metodo (met- odos), che definisca il percorso su cui si desidera camminare insieme.
Senza gli altri due elementi, anche se camminiamo insieme e assumiamo lo stile sinodale, rischiamo di non arrivare da nessuna parte; il fallimento dell’obiettivo crea solamente frustrazione e rafforza la voglia di andare ognuno per la propria strada… E questo sarebbe veramente un problema molto grave.

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

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