Pensieri sparsi del tempo estivo che condivido con i miei parrocchiani e, in particolare, con i cosiddetti “operatori pastorali” …
E’ un mesetto che ci sto pensando (dal Corpus Domini) e sto facendo un po’ di autocritica: mi accorgo che dedico poca attenzione ai contenitori, concentrandomi prevalentemente sui contenuti. Non ho sempre fatto così. E’ un elemento che ricavo dalla verifica personale e pastorale di questo anno. Non va bene! C’è uno squilibrio!
Certamente il contenuto è importante, senza di esso il contenitore risulta una scatola vuota; ma il contenitore dà forma al contenuto, lo valorizza, gli impedisce di disperdersi e gli consente, molte volte, di essere condiviso; senza un contenitore adeguato qualsiasi contenuto è destinato a perdersi.
Entrambi gli elementi devono avere un’adeguata attenzione, altrimenti:
– il rischio di dedicare eccessiva attenzione al contenitore ci potrebbe far deviare nel formalismo e nell’estetismo;
– il rischio di dedicare attenzione solo al contenuto ci potrebbe far deviare nell’idealismo astratto. Solo in un equilibrio accurato i due elementi si valorizzano a vicenda.
Anche Dio ha avuto l’esigenza di farsi carne per comunicarsi.
La Parola preesistente al mondo, la Parola per mezzo della quale il mondo è stato creato, per comunicarsi ha avuto bisogno di “contenitori”: la storia del popolo d’Israele, la sacra Scrittura, la carne di Gesù, la “carne” della Chiesa. Nulla di improvvisato. Tutto ben preparato Senza questi “contenitori” Dio sarebbe rimasto sconosciuto e il suo disegno di salvezza anche.
Se Dio ha scelto dei “contenitori” per comunicare sé stesso e il suo desiderio di salvezza per l’uomo e per il mondo, anche noi non possiamo farne a meno, soprattutto in una cultura in cui il messaggio, spesso, coincide con il medium.
Data questa consapevolezza teorica, occorre tradurre in pratica questa idea.
– Occorre che dedichiamo del tempo a dare forma alle tante belle idee che condividiamo; occorre dedicare tempo alla realizzazione, senza pensare che questa accada da sola e sia la conseguenza naturale della bella idea che abbiamo partorito; questo vale per qualsiasi iniziativa che mettiamo in programma: una conferenza, un percorso di catechesi, la festa parrocchiale, il giornalino, il campeggio … senza una forma adeguata il contenuto non si comunica e si disperde.
– Il contenitore di un’idea è dato dalla possibilità di rispondere concretamente ad alcune semplici domande: quando? dove? come? chi? per chi? (il perché non è scontato, ma viene prima). Finché non abbiamo risposto concretamente a queste domande qualsiasi proposta è a rischio di fallimento.
– Alcuni tra noi, per formazione e per sensibilità, sono più capaci di concretizzare; altri sono più bravi ad elaborare. Il volto di una comunità si rivela anche in questa sinergia dove ognuno fa la sua parte perché ciò che è stato elaborato venga realizzato.
– Abbiamo il problema del tempo. Ogni realizzazione richiede del tempo. Valutiamo il tempo che possiamo dedicare (partiamo da noi, non solo dall’idea) e proviamo a verificare se abbiamo le forze per realizzare quello che abbiamo pensato o se dobbiamo adeguarlo alla nostra reale capacità.
Vale sempre il principio evangelico: Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». (Lc 14,28-30)
– Ogni realizzazione deve essere sottoposta ad una verifica che riguarda sia il contenuto che il contenitore; occorre valutare l’equilibrio che abbiamo saputo mettere in atto e se abbiamo comunicato adeguatamente il contenuto che avevamo in mente; se non è avvenuto, perché non è avvenuto.
Queste riflessioni di carattere metodologico, oltre che un esercizio di autocritica, vogliono essere un contributo per richiamarci tutti a fare le cose bene, anche quelle che facciamo da tempo, quelle che si ripetono annualmente, … occorre dare loro una forma adeguata alle nostre possibilità e alle esigenze de contenuto. In questo tempo estivo, tempo di progettazioni e di programmazioni, non accontentiamoci di elaborare delle belle idee, ma proviamo a dar loro una forma concreta e realizzabile.
Aiutatemi. Aiutiamoci.