Diamoci del “lei”

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Venerdì 14 giugno 2019 è stato convocato il primo Consiglio comunale a Santarcangelo.
Per la prima volta i consiglieri eletti si ritroveranno, si guarderanno in volto (non sono certo che si conoscano tutti) e si parleranno faccia a faccia senza il filtro dei social media. Sembrerebbe un’osservazione banale, ma è bene ricordare che sarà soprattutto lì, in quelle riunioni, guardandosi in volto, che dovranno ascoltarsi e confrontarsi per compiere le scelte che orienteranno l’amministrazione della nostra città.
In quella sala del Consiglio, “piccolo tempio della democrazia” della nostra città, saranno chiamati a custodire un clima salubre e temperato, non bollente o avvelenato, in modo che le scelte possano essere compiute con intelligenza e sapienza.

Visto che confrontarsi di persona è diventato inusuale, mi permetto di dare a tutti un consiglio un po’ “retrò”: iniziate fin dalla prima riunione con il darvi del “lei” tra di voi.
Mi sembra opportuno, infatti, stabilire – almeno inizialmente – una distanza di rispetto perché ognuna/o possa sentirsi “riconosciuta/o” nel ruolo che è stata/o chiamata/o a compiere dai cittadini di Santarcangelo: ad ognuna/o delle consigliere e dei consiglieri questo rispetto è dovuto!
Anche coloro che sono state/i chiamate/i a compiere ruoli di governo (sindaco e assessori) hanno diritto di essere riconosciuti nel loro ruolo istituzionale e, pur essendo espressione di una parte, ora sono a servizio di tutti: anche a loro che fino a ieri erano  solamente avversari politici, ora è dovuto il riconoscimento del ruolo.

Questo invito a molti può far sorridere; qualcun altro lo interpreterà come un insopportabile moralismo. Non so, forse hanno ragione e chiedo scusa.
Ma visto che in questo tempo abbiamo smarrito l’arte del confronto rispettoso e da molto tempo non abbiamo grandi esempi sulla scena nazionale, forse non ci fa male ripartire dall’ “ABC” per iniziare con il piede giusto. Si tratta solo di una norma di sicurezza per diminuire il pericolo di farsi male reciprocamente; è come avere le cinture di sicurezza in auto, il casco in moto o il salvagente in barca: di solito non servono, ma è meglio averle ben allacciate.
Si è più sicuri di arrivare felicemente alla meta e di uscire indenni dal viaggio.

A tutti e tutte buon lavoro e grazie per il vostro impegno.

PS:
Ieri sera la nostra nazionale di calcio è uscita sconfitta dalla semifinale dei Mondiali Under 20 con l’Ucraina. Nei minuti di recupero ci siamo illusi per qualche istante di aver pareggiato, ma l’arbitro ha annullato il goal. Alla fine della partita, nell’intervista di rito, un giornalista ha domandato a Paolo Nicolato, allenatore della nostra nazionale under 20, se considerasse un’ingiustizia la decisione arbitrale che ha annullato il nostro goal. Con grande stile Nicolato ha detto che, per scelta, lui rispetta tutte le decisioni arbitrali e che gli arbitri possono commettere degli errori, non delle ingiustizie.
Mi è sembrata una bella lezione di stile
.

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

Una opinione su "Diamoci del “lei”"

  1. Quanto ai Mondiali consiglio ai signori uomini di cominciare a seguire il calcio femminile, dove la nostra Nazionale si sta facendo valere…a partire dalla splendida capitana Sara Gama, italianissima triestina dalla pelle “colorata”!! Questa è l’Italia che ci piace!

I commenti sono chiusi.

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