Alzi la mano chi sa qualcosa del Sud Sudan. Alzi la mano chi sa dove si trova, quali siano gli stati con cui confina… alzi la mano chi conosce la sanguinosa guerra che da molti anni ha causato migliaia di vittime e milioni di profughi. Alzai la mano chi sa che è un paese africano a maggioranza cristiana…
Nessuno di noi sa nulla di tutto questo, ma negli ultimi giorni un video ha spopolato sul web: esso riprendeva papa Francesco che, al termine di due giorni di ritiro spirituale vissuti a Roma, si inginocchiava di fronte ai membri del prossimo governo del Sud Sudan e baciava i loro piedi, implorandoli di essere uomini di pace per il loro Paese.
Molti commenti sono circolati su questo gesto; molti hanno sottolineato l’anticipazione del giovedì santo, quando nella liturgia si compie il gesto evangelico della lavanda dei piedi. (Leggi il bellissimo editoriale di Rosanna Virgili su Avvenire di domenica 14 aprile).
Il gesto di papa Francesco ci ricorda – proprio in questi giorni della settimana santa – che se il Vangelo non si concretizza nella nostra vita, se i nostri gesti non escono dal rito liturgico, noi non abbiamo molto da dire al mondo.
Il gesto di papa Francesco è stato improvvisato e totalmente gratuito: aveva già detto quello che doveva dire con passione e forza; ma ha voluto mettere la sua firma a quelle parole e lo ha fatto con quel gesto unico, scandaloso ed eloquente che Gesù ha consegnato ai suoi discepoli, un gesto che ha commosso e interrogato. Guardando il video, colpisce sentire l’affanno di questo uomo anziano che si china e si rialza aiutato da chi gli sta intorno, ma non rinuncia a compiere quel gesto che è la concretizzazione più chiara del Vangelo che aveva annunciato.
E a noi, cosa impedisce di diventare la Parola che annunciamo e celebriamo?
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