Storie di vita. Che senso ha narrarle?
Non sono storie di eroi, ma storie di uomini e donne che non hanno accettato di sottostare ad un limite imposto dalla violenza e dall’ingiustizia ed hanno trovato la forza e il coraggio per reagire. Non tutte le storie sono a lieto fine perché non sono delle favole, ma tutte ci parlano di libertà, di amore e di dignità, di scelte compiute per superare o abbattere il muro che qualcuno cerca di costruire davanti o intorno a noi, per impedirci di essere uomini.
Storie di vita. Che senso ha narrarle? Può cambiare qualcosa?
I muri sono cresciuti di numero, sono diventati più alti e si sono allungati. Cosa serve narrare di un muro abbattuto se intanto ne sono stati costruiti molti di più?
Narrare di un muro che sembrava eterno, ma che è stato riconosciuto come uno sfregio alla dignità dell’uomo e, quindi, abbattuto, ci aiuta a comprendere che tutti i muri che oggi costruiamo sono una bestemmia e che, prima o poi, per via di ragione o sotto l’urto della reazione violenta di chi vi si trova rinchiuso, la storia narrerà del loro abbattimento. Nessun muro può essere per sempre. E’ una bella iniezione di speranza e Dio sa quanta ce ne serve in questi tempi.
La vita in un trattino. Il valore delle scelte.
Ci sono situazioni di vita che ci sembrano insuperabili; troppo grandi, troppo difficili, troppo… ma la storia di alcune donne e di alcuni uomini che non sono rimasti passivi, ci narra del valore di quel trattino che separerà la data della nostra nascita dalla data della nostra morte sulla lapide della nostra tomba, qualunque sia il numero dei giorni e delle ore che comporranno la nostra vita. Apparentemente, guardando quella lapide, sembra che nulla sia dipeso da noi: ne la nostra nascita, ne la nostra morte e neppure il nostro nome. Tutta la nostra vita è scritta in quel trattino che riassume le nostre scelte, i nostri sogni … quello è lo spazio vero della nostra libertà e della nostra dignità. Può sembrare poco, ma in realtà tutto dipende dal valore che noi attribuiamo a quel trattino.
Lo rifaresti?
E’ una bella domanda per una verifica sulla nostra vita. Molte cose vorremmo cancellarle, vorremmo che non fossero mai accadute. Molte altre avremmo voluto che fossero state diverse, soprattutto quelle che abbiamo dovuto subire per scelte di altri.
Ma se nelle scelte importanti, guardandoci indietro, possiamo pensare che ciò che abbiamo vissuto ci ha visti liberi e consapevoli nonostante la fatica, la fragilità, la pochezza dei risultati, e possiamo dire con libertà che ripasseremmo di lì, che non siamo pentiti delle nostre scelte, allora – penso – possiamo dire di aver abbattuto il nostro muro, quello costruito dalle paure che ci bloccano e ci impediscono di essere uomini e donne liberi.
#stayhuman #choosetobefree
Grazie, anche a me dello spettacolo di ieri sera (bellissimo ed emozionante!) ha colpito il “trattino”…sarà perché giunta ormai alla fatidica boa dei cinquant’anni ho cominciato da un po’ a guardarmi indietro e chiedermi “lo rifarei?”… Si’ rifarei ogni cosa, giusta o sbagliata, perché ho scoperto che anche e soprattutto dagli errori si impara e si cresce, e poi il Signore sa sempre rimediare a quella che lì per lì ci era sembrata un catastrofe…e dopo un po’ scopri che in realtà è andata benissimo così anche se non era propriamente quello che volevi!
peccato …. ma cosa mi sono persa!!!! la distanza …non sempre permette….
ma oggi ho letto diverse volte il tuo articolo….. giunto a sera……”quel trattino” visto tante volte davanti a volti incorniciati….. ma mai mi aveva suscitato angoscia… grazie don Andrea! quanto bene mi fai… Dio benedica la tua mente e il tuo cuore.