LECTIO BIBLICA ALLA PIEVE 19 settembre 2018
SALMO 146: Invito a confidare nel Signore
1 Alleluia.
Loda il Signore, anima mia: loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.
Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri,
egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Alleluia.
Identità di Israele – Popolo di Dio
L’identità di Israele si gioca su due consapevolezze: l’elezione di Dio che lo rende un popolo diverso da tutti i popoli e la sua natura errante (nomade) che lo fa essere perennemente straniero.
Israele popolo consacrato (Dt 7,1-11)
1 Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà introdotto nella terra in cui stai per entrare per prenderne possesso e avrà scacciato davanti a te molte nazioni: gli Ittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te,2quando il Signore, tuo Dio, le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio. Con esse non stringerai alcuna alleanza e nei loro confronti non avrai pietà. 3Non costituirai legami di parentela con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, 4perché allontanerebbero la tua discendenza dal seguire me, per farli servire a dèi stranieri, e l’ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe.5Ma con loro vi comporterete in questo modo: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete i loro idoli nel fuoco. 6Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra. 7Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, 8ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri: il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re d’Egitto. 9Riconosci dunque il Signore, tuo Dio: egli è Dio, il Dio fedele, che mantiene l’alleanza e la bontà per mille generazioni con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti, 10ma ripaga direttamente coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma lo ripaga direttamente. 11Osserverai, dunque, mettendoli in pratica, i comandi, le leggi e le norme che oggi ti prescrivo.
Il credo cultuale d’Israele (Dt 26,1-11)
1 Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio ti dà in eredità e la possederai e là ti sarai stabilito, 2prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. 3Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: «Io dichiaro oggi al Signore, tuo Dio, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi». 4Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, 5e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: «Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. 6Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. 7Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; 8il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. 9Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. 10Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato». Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio. 11Gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore, tuo Dio, avrà dato a te e alla tua famiglia.
La riflessione e l’attenzione della legge:
“Il popolo biblico, mentre confessa che Dio lo ha liberato dall’oppressione e lo ha guidato verso una terra nuova, avverte fortemente lo stimolo a creare una società diversa, nella quale possano rispecchiarsi le qualità di yhwh, che si è dimostrato amante del povero e del bisognoso, difensore dell’orfano, della vedova e dell’immigrato” [G.F. Bentoglio, Credere oggi 154 (2006)]
La legge ebraica data da Dio non è una legge estrinseca con pura funzione sociale, ma è legata all’alleanza stipulata con Dio, alleanza che mira a stringere una relazione “performativa” tra Dio e il suo popolo; questo deve diventare santo come Dio è santo.
Come si comporta Dio? Ce lo dice proprio il salmo 146 che da il titolo al nostro incontro: “Il Signore libera i prigionieri, 8 il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, 9 il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi”. La legge aiuta il popolo a comportarsi secondo la mente di Dio (la sua volontà).
Ecco allora la Legge di Dio:
33Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. 34Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. Lv 19,33-34
17Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova. 18Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore, tuo Dio; perciò ti comando di fare questo.
19Quando, facendo la mietitura nel tuo campo, vi avrai dimenticato qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova, perché il Signore, tuo Dio, ti benedica in ogni lavoro delle tue mani.20Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornare a ripassare i rami. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. 21Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a racimolare. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova. 22Ricòrdati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto; perciò ti comando di fare questo. Dt 24,17-22
La memoria della sofferenza subita e di come Dio abbia ascoltato il grido di aiuto del suo Popolo, cambia lo sguardo del credente sulla realtà che vive. Dio ha cura dei più poveri.
La storia di Rut: donna moabita sposa di un giudea rimasta vedova insieme alla suocera decide di seguirla in terra di Giuda per essere il suo sostegno. Lì Rut, la straniera, viene accolta per il bene che ha fatto e gode del diritto previsto dalla Legge. Viene poi sposata da Booz, nonno del re Davide e diventa la nonna del grande re di Israele (Mt 1). La storia di Rut è paradigmatica della relazione di Israele con gli stranieri.
Gesù e gli stranieri
Gesù nel corso del suo ministero ha incontrato diversi stranieri. L’incontro è avvenuto sia in territorio d’Israele sia al di fuori di esso: La samaritana Gv 4; Il centurione Lc 7; Il lebbroso samaritano Lc 17; La donna cananea Mt 15. In tutti i casi l’esito dell’incontro è la professione di fede, di fronte alla quale, l’appartenenza etnica passa in secondo piano.
Il testo più importante è quello in cui Gesù attua i criteri per essere ammessi alla vita eterna nel giudizio finale (Mt 25). Tra questi è contenuto con chiarezza l’obbligo di accogliere il forestiero nel quale Gesù si identifica. Tale identificazione è riportata in tutto il Vangelo: dalla sua nascita, fino alla sua morte e più volte nel corso della sua vita, Gesù è considerato come estraneo in quanto Galileo, vive come pellegrino ed esule, non ha dove posare il capo. La sua estraneità diventa quindi uno dei tratti caratteristici della sua persona.
Una chiesa cattolica
La cattolicità è una delle quattro note della chiesa che ricordiamo ogni volta che professiamo il Credo. Una chiesa cattolica è il frutto della scelta della chiesa antica di aprire l’annuncio della fede anche a coloro che non appartenevano al popolo ebraico, superando l’identificazione etnica riconoscendo che tutti i popoli erano destinatari dell’annuncio evangelico. Grande merito di questa apertura va a Paolo che, soprattutto, nel Concilio di Gerusalemme (At 15) difese il diritto di ogni uomo di entrare nell’economia della salvezza.
11Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, 12ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. 13Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. 14Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne… 17Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. 18Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. 19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. 21In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito. Ef 2,11ss