Ripartire dalla Cresima: in ascolto di un’esperienza

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Mentre tutti stavamo chiudendo i battenti delle nostre attività parrocchiali e ci stavamo preparando per le attività estive, su Avvenire del 31 maggio 2018 appariva un articolo dal titolo abbastanza provocatorio e controcorrente: “Bolzano. La Cresima? A chi ha almeno 16 anni“.
Come molti altri educatori e preti, anche io ero perplesso riguardo all’esperienza di catechesi che la mia parrocchia stava verificando al termine dell’anno pastorale. Ogni anno ci ritroviamo a guardarci in volto e a chiederci: ma davvero stiamo facendo di tutto per aiutare i nostri ragazzi a vivere un’esperienza bella e incisiva?
L’ articolo citato raccontava brevemente del percorso che la Diocesi di Bolzano-Bressanone ha messo in cantiere con un lavoro di riflessione durato due anni, al termine del quale hanno sono state compiute delle scelte che riguardano la celebrazione della cresima e ovviamente il percorso catechetico annesso.
Ero molto curioso di conoscere questo lavoro e, trovato citato il nome di un sacerdote, ho provato a contattarlo per farmi raccontare non tanto perché avevano scelto di “posticipare” la celebrazione della cresima ai sedici anni, quanto il percorso che – come Diocesi – avevano compiuto per ben due anni.
Ho saputo che don Gianpaolo sarebbe venuto al Meeting ed ho colto l’occasione per incontrarlo.

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Don Giampaolo Zuliani, presbitero da quindici anni, è parroco di due parrocchie a Bolzano (per un totale di quasi ventimila abitati), segue i giovani di Gioventù Studentesca ed è stato chiamato dal Vescovo di Bolzano-Bressanone a far parte della commissione che per due anni ha lavorato sul tema della Cresima. Riporto sinteticamente e schematicamente quanto mi ha raccontato della loro esperienza.

1. L’iniziativa personale del Vescovo
Tutto è partito per iniziativa del Vescovo che ha voluto porre mano al tema dell’Iniziazione cristiana iniziando dalla Cresima perché è il sacramento su cui ha piena giurisdizione. La situazione in Diocesi si presentava variegata; alcune sperimentazioni segnavano il passo, in altri contesti si correva il rischio di essere un po’ sbrigativi…
Si è iniziato a lavorare su richiesta del Vescovo che ha voluto e sostenuto questo percorso di riflessione sulla Cresima.

2. Il percorso della commissione
La commissione ha raccolto diverse anime della comunità ecclesiale ed ha lavorato cercando di porsi in ascolto delle esperienze e delle istanze che venivano dalle comunità. Il lavoro di ascolto è stato la parte più rilevante: perché nessuno si sentisse escluso.
L’attenzione dominante  era quella di trovare punti di convergenza sulla proposta che potessero aiutare tutti nelle diverse situazioni (differenza tra parrocchie di città e parrocchie di vallata). Si è arrivati ad una proposta che il Vescovo ha fatto sua e che è diventato il percorso su cui tutti sono chiamati a camminare.

3. Conseguenze
Il lavoro sulla cresima è stato solamente tratteggiato, ma questo “cantiere” ha “obbligato” le comunità a ripensare tutto il percorso di iniziazione cristiana.
La prima conseguenza è che i preti delle unità pastorali, dovendo porre mano ad un tema così importante, hanno trovato gusto nel confronto e nel lavorare insieme.
La seconda conseguenza è stata che ipotizzando un lasso di tempo importante tra la celebrazione della messa di prima comunione e la cresima le comunità sono “obbligate” a ripensare la pastorale dei pre-adolescenti avendo la possibilità di ragionare al di fuori degli schemi tradizionali e con proposte che vanno più nella prospettiva dell’evangelizzazione che della sacramentalizzazione.

La scelta di posticipare la celebrazione è ovviamente molto discutibile, ma è relativa rispetto a tutto il lavoro di riflessione che una Chiesa locale ha messo in atto per ripensare alla sua azione pastorale.
Una bella occasione che – come sembra – non è stata perduta.

Pubblicato da tecnodon

Prete cattolico. Formatore in seminario ed Assistente AGESCI

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