Nella sua visita pastorale a Bologna, papa Francesco ha tenuto un bellissimo intervento al mondo accademico radunato presso la chiesa di san Domenico. Tra le molte belle cose che ha detto, una frase si è fissata nella mia memoria ed è stata oggetto di riflessioni. Citando il card. Lercaro il Papa ha detto: «La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male, da qualunque parte esso venga: la sua vita non è la neutralità, ma la profezia». Non neutrali, ma schierati per la pace! Perciò invochiamo lo ius pacis, come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza. Per questo ripetiamo: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri! Vengano alla luce gli interessi e le trame, spesso oscuri, di chi fabbrica violenza, alimentando la corsa alle armi e calpestando la pace con gli affari.
In questa frase non ci sono in realtà argomenti nuovi, ma solo una parola che mi giunge nuova: schierarsi!
E’ pensiero comune – infatti – che la Chiesa debba mantenere un rapporto di equidistanza tra le parti, che debba custodire una certa neutralità. Ma fino a che punto se lo può permettere? Non c’è il rischio che questa neutralità sfoci nell’ indifferenza?
La frase del card. Lercaro, dobbiamo ammetterlo, si presta a varie interpretazioni: essa infatti evoca l’esigenza della Chiesa di non essere neutrale di fronte al male, “da qualunque parte egli venga“, ma di intraprendere la strada della profezia. Ma come riconoscere il male? Come riconoscere la profezia, quella vera?
Oggi tanti, sia cattolici che laici, hanno idee molto chiare su cosa sia il male e dove esso si manifesti.
E’ un male l’aborto!
E’ un male la denatalità!
E’ un male l’esclusione dei deboli!
E’ un male la corruzione!
E’ un male la mafia!
E’ un male la diffusione dell’Islam a scapito del Cristianesimo!
E’ un male l’integrazione!
E’ un male questa cultura che nega la differenziazione sessuale! …
Ogni giorno sentiamo strillare queste affermazioni. Alcune ci trovano perfino d’accordo … Ma cosa significa schierarsi? Cosa vuol dire profezia?
E’ sufficiente la denuncia? E’ sufficiente alzare la voce?
Non è una questione semplice. Lo dico a ragion veduta perché io per primo, sono stato “richiamato” pubblicamente per non essermi schierato con decisione “contro il male evidente”.
Per questo è molto interessante come prosegue papa Francesco nel suo intervento, quando richiama all’esigenza di comporre i conflitti senza violenza: la profezia infatti, non è solo questione di contenuti, ma anche di metodo.
Ci può essere una “profezia violenta” che smentisce negli atti e nello stile il contenuto che proclama: non è questa la profezia che deve vivere la Chiesa!
Papa Francesco usa un’espressione molto efficace nella sua ripetitività: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri!
Ogni volta che io sono contro o penso ad un mondo senza gli altri, io non sono un profeta, ma solamente un altro violento. Ogni volta che non costruisco fraternità, anche se animato dalle motivazioni più alte o se voglio difendere i valori più sacri, non sono dalla parte della pace.
Per comprendere quali siano le condizioni di un’autentica profezia è molto importante il lavoro del discernimento a cui siamo invitati continuamente. Dal 1995, dal Convegno ecclesiale di Palermo, la comunità cristiana è chiamata ad innescare processi di discernimento comunitario che l’aiutino a comprendere, senza semplificazioni, le sfide di fronte alle quali deve esercitare il suo compito di profezia. Senza un serio discernimento si rischia il fondamentalismo e, in definitiva, l’ideologia.
Schierarsi, dunque, ma per la pace. Schierarsi, ma per un bene globale senza effetti collaterali. Schierarsi, ma per essere strumenti di un mondo nuovo dove gli inevitabili conflitti vengono composti senza violenza, neanche verbale. Allora saremo profeti e testimoni.
Schierarsi (per la pace)…tu scrivi che per te è una parola nuova… Per me no, invece, se penso alla mia vita credo di essermi sempre schierata x la pace e la giustizia (o per lo meno x ciò che ritenevo tale!), fin da piccola: quando difendevo mio fratello minore dai bulli del catechismo, quando in un tema sul rapimento di Aldo Moro scrivevo br minuscolo perché secondo me non meritavano le maiuscole (avevo 11 anni!), quando ho contestato all’ultimo esame di Lettere il professore x avere mollato noi studenti x suoi problemi personali, quando sono diventata rappresentante sindacale Cisl nella mia azienda perché x fare carriera lì bisognava fare l’inchino al capo mattina e sera… Credo che sia giunta l’ora di dare una “scossa” anche alla Chiesa, come sta facendo Papa Francesco e come hanno fatto tutti i profeti nella Storia: don Puglisi, don Milani, san Francesco, su su fino a Giovanni Battista ricordato nel Vangelo di oggi! Senza dimenticare Gesù stesso che ai “superpii” ipocriti dei suoi tempi non le mandava certo a dire…e per questo lo hanno messo in croce!!