Questa mattina tante telefonate, messaggi, email ci hanno sollecitato a farci promotori di raccolte viveri, indumenti e materiale che può essere necessario alle popolazioni colpite dal sisma.
Sia la Caritas diocesana che la Protezione Civile della valle del Marecchia, come i ripetuti appelli ai TG nazionali e regionali, ci hanno confermato che NON è in corso alcuna raccolta perché l’arrivo di questo materiale rischierebbe di non essere gestito a dovere e di andare sprecato. Occorre attendere le indicazioni di chi si è assunto l’onere del coordinamento.
E’ comunque bello vedere come la gente si mobilita con concretezza, come empaticamente ci si coinvolge nelle sofferenze di coloro che stanno patendo le conseguenze di questo sisma, i cui volti ci vengono continuamente rilanciati dalle immagini televisive. E’ bello vedere come, nelle situazioni di necessità e di emergenza, ci risvegliamo da quel torpore che sembra dominarci e ci rimbocchiamo le maniche…
Detto questo dobbiamo però dire che anche la generosità ha bisogno di essere ordinata, perché altrimenti diventa un altro problema da gestire. L’emergenza del terremoto durerà diversi mesi e senz’altro saremo chiamati a farci carico dei bisogni di tanti.
Per adesso possiamo fare tre cose molto importanti:
– pregare per coloro che sono morti e per coloro che devono affrontare il dolore di questo lutto; per noi cristiani la preghiera, come ha invitato a fare il Papa mercoledì mattina, è la prima forma di carità e di solidarietà.
– riflettere su quanto accade e su come ci coinvolge riguardo la nostra vita; questi fatti non ci devono lasciare indifferenti, ma oltre la giusta commozione per il dolore di tanti è molto importante cogliere questa occasione per verificare la nostra vita, per chiederci su cosa stiamo “investendo” nella nostra vita. Può essere utile oltre al vangelo di oggi anche il testo di Lc 13,4-5. Mentre molto si parla di prevenzione sulle nostre case, noi possiamo anche riflettere sulla prevenzione e sulla cura della nostra esistenza. Non si tratta di terrorismo, ma di saper ascoltare gli inviti che la realtà ci propone.
– tenersi pronti per fare la nostra parte quando ci sarà bisogno, anche quando l’ondata emotiva sarà calata e i riflettori dei media si saranno spenti; quando saremo saremo chiamati ad intervenire in vario modo per aiutare coloro che sono nel bisogno per il terremoto o per altre situazioni in cui dimostrare che il senso di umanità non si è spento dentro di noi e che dalla commozione siamo capaci, come vorremmo tanto fare in queste ore, di passare all’azione.
Domenica, in tutte le messe della nostra parrocchia, ricorderemo i defunti del terremoto e le famiglie colpite da questo disastro.
Rimaniamo a disposizione per tutti coloro che volessero contattarci per offrire la loro disponibilità quando ci sarà bisogno.