Ieri, durante l’assemblea del presbiterio, don Cristian Squadrani (nuovo direttore del CDV di Rimini) ha tracciato un breve e semplice elenco di attenzioni per un pastorale vocazionale efficace. La cosa significativa è che tali osservazioni derivano dall’esperienza dell’incontro vissuta con tante persone, soprattutto i seminaristi, durante questi anni di servizio vocazionale.
- La prima condizione è vivere una proposta significativa di vita cristiana all’interno di una comunità. Un giovane che si interroga sulla vocazione, normalmente, viene da un’esperienza di Chiesa che lo ha generato (o rigenerato) e formato. Non importa quale sia l’esperienza, ma ha la caratteristica di essere esplicita.
- In questo percorso di vita cristiana e comunitaria, il/la giovane inizia un percorso di accompagnamento spirituale personalizzato con una guida, perché ha avvertito l’esigenza (o le/gli è stata proposta l’opportunità) di tradurre nella sua vita concreta la proposta del Vangelo. E’ un cammino di confronto che accompagna le scelte.
- In questo itinerario di accompagnamento la guida o altre persone, gli/le hanno rivolto delle proposte concrete adatte al suo cammino di crescita, proposte mirate e pensate per il suo cammino personale di sequela di Gesù (nell’ambito caritativo, della testimonianza personale, dell’approfondimento della preghiera, …) Questa proposta è molto importante perché consente al/alla giovane di vivere l’esperienza della chiamata come qualcosa che è rivolto a lui/lei personalmente, che è stato pensato proprio per lui/lei( e non solo perché c’è bisogno).
A queste tre osservazioni corrispondono tre domande:
- stiamo facendo proposte incisive di vita cristiana e comunitaria ai giovani?
- chi lo propone e quando si propone un cammino personalizzato? chi svolge il servizio dell’accompagnamento spirituale?
- siamo in grado di pensare e condividere proposte che facciano fare l’esperienza della chiamata? chi le propone? come si condividono?
Mi sembravano spunti che meritavano di essere condivisi …