Nel Vangelo di Luca si da ampio spazio alla figura dei pastori come personaggi di rilievo negli eventi che riguardano la nascita di Gesù. Purtroppo quel testo di Vangelo (che si dovrebbe leggere nella messa dell’aurora) non è tanto letto nella liturgia, e rimane sullo sfondo. Rimangono però i nostri presepi, popolati di pastori e pecore, a custodire la memoria di questa presenza.
Perché possiamo considerare i pastori i maestri del Natale? Mi sono venuti in mente tre elementi che ho condiviso nell’omelia di Natale e che riporto qui sul blog per lasciare traccia.
– Uomini che vegliano. La nascita di Gesù avviene di notte, mentre tutti dormono. Solo i pastori stanno vegliando il loro gregge e quando l’angelo si presenta loro per portare la buona notizia della nascita del messia, li trova svegli e attenti. L’atteggiamento della vigilanza, ampiamente richiamato nel Vangelo, è fondamentale per vivere bene il Natale. Il Signore viene nel silenzio, nell’umiltà; i segni sono evidenti, ma occorre avere un atteggiamento vigilante per saperli riconoscere. Anche oggi la venuta del Signore non accade con effetti speciali, ma nel silenzio e nella umiltà e solo uomini e donne vigilanti sapranno cogliere il segno di questa venuta.
– Uomini che si lasciano coinvolgere. Dopo aver ascoltato le parole dell’angelo che li invitava ad andare a Betlemme, i pastori si sono lasciati coinvolgere e si sono subito messi in cammino. Non hanno aspettato l’alba o non hanno atteso di smaltire le loro priorità; subito si sono alzati e hanno seguito le parole dell’angelo. Quante volte invece noi rimandiamo e non rispondiamo con prontezza alle ispirazioni del Signore… quante volte ci viene una bella idea (potrei andare a visitare quella persona, potrei andare ad aiutare quell’altra, potrei decidere di perdonare quel vicino o quel parente, …), ma non le diamo seguito immediatamente, e rimandiamo, … fino a quando altre priorità prendono il sopravvento. Forse anche noi, seguendo quelle buone ispirazioni che vengono dal Signore, potremmo incontrare il Signore proprio lì ad attenderci, come i pastori lo hanno incontrato a Betlemme.
– I primi annunciatori della buona notizia. Giunti a Betlemme i pastori hanno provato una grandissima gioia nel vedere quel bambino e nel riconoscere le cose esattamente come l’angelo aveva loro indicato. Prima di tutto hanno aiutato i presenti a comprendere quello che stava accadendo, perché solo loro ne avevano ricevuto la chiave di interpretazione, poi, ripartiti, hanno condiviso con altri la gioia di quella esperienza. Non è difficile essere portatori di una buona notizia se questa è stata sperimentata da noi. E di questo noi dobbiamo essere testimoni: dei piccoli e grandi incontri che il Signore ci fa sperimentare e vivere. Come i pastori, anche noi possiamo essere evangelizzatori (portatori di buona notizia). Essi non sono andati – come gli apostoli – agli estremi confini della terra; essi non hanno annunciato tutto quello che si potrebbe conoscere di Dio; semplicemente hanno detto a coloro che incontravano, quello che avevano visto e udito con i loro occhi e con le loro orecchie. Lo stesso possiamo fare anche noi e così potremmo divenire portatori di luce: perché ogni buona notizia accresce la gioia e la speranza del mondo, come la piccola luce di una candela capace di accenderne altre, semplicemente condividendo quella poca luce.
8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14“Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. (Lc 2,8-20)
Grazie, molto bello! Ti dirò che avevo tutt’altro concetto “sui pastori”…. ho letto molte interpretazioni, ma ti assicuro che nessuno ha dato una lettura come la tua. Gentaglia, emarginati, briganti….. che si hanno accolto , ma poi li si sono fermati. …… Grazie don Andrea. buona continuazione.