Un insegnamento dei padri del deserto
Un fratello andò a visitare uno dei padri della laura di Suca sopra Gerico e gli disse: « Allora, Abba, come stai? ». L’anziano rispose: « Male». Il fratello disse: « Perché, Abba? ».
L’anziano rispose: « Perché sono trent’anni che mi tengo ritto davanti a Dio durante la mia preghiera, e ora maledico me stesso dicendo a Dio: «Non aver pietà di tutti quelli che commettono iniquità», e « Maledetti quelli che si allontanano dai tuoi comandamenti».
E io che sono un bugiardo dico ogni giorno a Dio: « Danna tutti quelli che mentono”.
E io che ho del rancore contro mio fratello, dico a Dio: “Perdonami come anche noi perdoniamo».
Ed io che metto ogni mia preoccupazione nel mangiare, dico: “Ho dimenticato di mangiare il mio pane».
E dormendo sino al mattino, vado salmodiando: “Nel mezzo della notte mi sono svegliato per confessarti ».
Non possiedo assolutamente alcuna compunzione e dico: “Ho penato nel mio pianto e le lacrime hanno preso il posto del pane giorno e notte».
E mentre ho nel cuore pensieri perversi, dico a Dio: « La meditazione del mio cuore è davanti a te sempre».
Ed io che non digiuno assolutamente, dico: “I miei ginocchi si sono indeboliti causa il digiuno”.
E pieno d’orgoglio e di godimento della carne mi rendo ridicolo salmodiando: “Guarda la mia umiltà e la mia pena e rimettimi tutti i miei peccati».
E io che non sono ancora pronto dico: “Il mio cuore è pronto, o Dio».
E, in una parola, tutto il mio Uffizio e la mia preghiera tornano a me in rimprovero e in vergogna ». Il fratello disse all’anziano: «Penso, Abba, che Davide disse tutto ciò per se stesso ». Allora l’anziano disse piangendo: « Che dici, fratello? Di certo, se noi non osserviamo ciò che salmodiamo di fronte a Dio, andiamo in perdizione ».