Ieri papa Francesco, durante la visita di Assisi, ha richiamato fortemente i cristiani a non farsi avvolgere dalla mondanità, ma, seguendo lo spirito e l’esempio di Francesco di Assisi, a vivere l’esperienza della spogliazione.
“Ma di che cosa deve spogliarsi la Chiesa?”. Deve spogliarsi oggi di un pericolo gravissimo, che minaccia ogni persona nella Chiesa, tutti: il pericolo della mondanità. Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo. La mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E’ un idolo! E l’idolatria è il peccato più forte!” (Papa Francesco, Assisi 4 ottobre 2013)
Questa mattina l’Ufficio delle letture abbiamo trovato questo bel testo di san Gregorio di Nissa che, circa 1600 anni fa’ insegnava queste cose:
Dal libro «La vita cristiana» di san Gregorio di Nissa, vescovo.
Chi si dimostra superiore agli allettamenti del pellegrinaggio terreno senza farsi ammaliare dalla gloria mondana, sentirà il bisogno di far sacrificio di se stesso a Dio. Far sacrificio di se stesso a Dio significa non cercare mai la propria volontà, ma quella di Dio e seguirla come buona guida, e poi contentarsi di quanto è necessario per la propria vita. Ciò aiuterà ciascuno a compiere con maggior impegno e serenità i propri doveri per il bene suo e degli altri, come si conviene a un discepolo di Cristo.
L’ho condiviso perché a me è stato utile per comprendere ancora meglio il significato delle parole del Papa.