Mi arriva una telefonata: “Buona sera sono … di una agenzia pubblicitaria di Milano”
Buona sera, rispondo io.
“La chiamo perché nei prossimi giorni saremo nella vostra zona a girare uno spot per una compagnia telefonica con un famoso comico (di cui non posso svelarle il nome) e una famosa attrice (di cui non posso dirle il nome) e ci servirebbe un prete (sic!) che partecipi alle riprese per dire solamente una frase: ‘Io ci credo!’ ”
Rimango un po’ colpito dalla richiesta e come meccanismo di difesa passo all’atteggiamento formale: “Deve chiedere al Vescovo o al Vicario che devono autorizzare qualsiasi apparizione televisiva“, ma poi sento crescere dentro di me la rabbia. E’ proprio di quel giorno la notizia che in Pakistan più di 80 cristiani sono stati uccisi, solo perché erano cristiani … non riesco a tacere.
“Ma sai che cosa chiedi?” dico alla ragazza al telefono. “Mi chiedi di prostituirmi e di pronunciare delle parole per cui migliaia di persone hanno dato la vita per una compagnia telefonica?”
Gli antichi martiri rifiutavano di bruciare l’incenso di fronte ai simulacri degli dei e dell’imperatore; a noi chi viene chiesto di onorare? Di fronte a chi ci viene proposto di piegare le ginocchia?
Ho cercato di chiudere la telefonata in modo fermo, ma decoroso, senza dare in escandescenze. Poi dentro di me sono venute a galla tutta una serie di immagini di preti-frati-suore (veri o attori camuffati) il cui volto viene utilizzato per promuovere vari oggetti commerciali. La frase che era stata proposta nello spot evocava la nostra professione di fede, ma si orientava ad un prodotto di commercio.
Mi chiedo quale sia la testimonianza che riusciamo a dare al mondo se qualcuno pensa che possiamo essere utilizzati come testimonial neutri di qualsiasi cosa in cui si possa credere. Mi chiedo, in questo anno della fede, se è chiaro alle persone che mi incontrano in che cosa io creda, quale sia l’oggetto e il contenuto della mia fede e della fede che, come prete, rappresento, animo, sostengo.
Forse non è chiaro agli altri, ma per quanto mi riguarda, pur consapevole di tutta la mia debolezza, io posso dire insieme a quell’uomo del vangelo che va da Gesù per domandare la guarigione del suo figlio malato: “Io (ti) credo, Signore, aiuta la mia incredulità (Mc 9).
La propria testimonianza, la condivisione, dare il proprio esempio… A volte non è facile ma mentre leggevo questo articolo, mi rendo conto quant’è importante essere/diventare testimoni per dire IO CREDO con facilità e sorriso!
Grazie…
In questo caso non mi è stato facile il sorriso